Odo lo sferragliare dei carri…di guerra

Parlare di guerra? Come se mi avessero chiesto che hai fatto ieri? Come se fosse una domanda scontata, una domanda come le altre, ma non lo è.

Non è affatto facile per me parlare di questo, perché la vera guerra non l’ho vissuta e la mia guerra è molto diversa, meno concreta e meno coraggiosa. Sono qui, seduta su questa sedia a dondolo, nel mio posto sicuro e mentre guardo il soffitto, questa tela bianca sopra di me, penso all’imponenza di questa parola, chiudo gli occhi e rivedo il mio bisnonno.

Iris Belluoccio

Rivedo colui che la guerra l’ha vissuta davvero, l’ha toccata con le mani e ne ha portato i segni per più di sessant’anni. Ripenso ai suoi occhi tristi, ma pieni di luce, quando da bambina, su un piccolo sgabello di legno, mentre eravamo vicino il camino e lui cuoceva caldarroste, mi raccontava in maniera fantastica, come fosse una favola, della guerra.

Ero lì, sono ancora lì, ferma, immobile con gli occhi attenti e le orecchie tese ad ascoltare le sue dolci parole, le sue ferite, la sua gioventù; quella gioventù che è molto lontana dalla mia, oggi.

Se penso penso alla guerra, penso a quell’uomo grande, ma soprattutto a quel grande uomo che ha lottato per la sua patria, per la sua famiglia, per se stesso. Penso alle sue lacrime quando pensava di morire, di non tornare più, di non incrociare più lo sguardo di sua moglie.

Io sono qui, oggi. Sono qui perché lui ha combattuto e ha vinto, ha vinto la sua battaglia, ci ha creduto, l’ha desiderata come l’acqua nel deserto.

Un giorno mi ha chiamata “Figlia Mia”, per la prima volta, in tutta la mia breve vita, ed anche per ultima, ho sentito pronunciare queste parole verso di me, con un tono caldo e gentile che solo un bisnonno può avere e che ha il diritto di poter usare.

Subito dopo si è scusato come se avesse detto una delle parole più brutte, come se avesse detto qualcosa che non si può dire, invece sono state le parole più belle che potesse dire in quel momento, a me.

Mi sono commossa.

Per la prima volta, grazie a quelle due semplici ma immense parole, ho rivissuto tutta la sua voglia di far ancora parte della mia esistenza.

La vita, l’amore, la guerra.

Ecco, se qualcuno mai mi chiedesse di parlare di questo argomento, parlerei di lui, del mio bisnonno, di quel grande uomo che a modo suo è stato un padre.

La guerra per me è ancora solo questo, spero che rimanga sempre così, ma so bene che è peggio, tutto molto peggio se sferragliassero i cingolati e sparassero le armi.

Le esplosioni vorrei che fossero solo di gioia e se oggi posso dirlo lo devo al mio bisnonno e alle persone come lui.

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