Gli effetti psicologici della quarantena: istruzioni d’uso

“Ogni emergenza sanitaria o sociale, è necessariamente anche un’emergenza psicologica. Paura, ansia, stress, attacchi di panico, depressione, angoscia sono, solo alcuni degli effetti psicologici scatenati dall’attuale emergenza Covid-19.”

Questo è quanto dichiarato  dalla psicologa e psicoterapeuta, la Dr.ssa Sara D’Ambrosio.

Libera professionista nel settore di attività riabilitative e di psico-educazione in contesto psichiatrico.

La Dr.ssa D’Ambrosio, nata e cresciuta in un piccolo borgo della provincia di Avellino, oggi a seguito della formazione intrapresa in questo campo, vive a Pescara e , lavora in un centro diurno della zona e ha da poco inaugurato il suo studio.

La stessa si trova ad essere impegnata con pazienti che hanno avuto in famiglia parenti affetti da Covid-19 e di cui alcuni non ce l’hanno fatto per complicanze pregresse.

Si adopera anche in ricerche correlate al malessere psicologico che, ne deriva da una persona in quarantena e affetta da Corona virus.

Quale grosso impatto sta avendo la pandemia da Covid-19 sulla salute mentale dell’italiano?

“Come ci riportano le attuali ricerche, i sintomi depressivi sembrerebbero essere quintuplicati, e questi dati riguardano sia chi è stato colpito dal Corona Virus che,  la  popolazione in generale.

Da quanto emerso dal Convegno Internazionale sulle tematiche legate al suicidio, tenutasi nel mese di settembre, presso La Sapienza di Roma, a partire da marzo 2020,  si sono registrati 71 casi di suicidio e 46 tentativi correlati a tale stato di disagio e verosimilmente associati al Covid-19.

Fattori corresponsabili dell’incremento di togliersi deliberatamente la vita, sembrerebbero essere la crisi economica, ma anche lo stigma, il senso di esclusione, il dolore sociale oltre che quello fisico dei soggetti colpiti dal Covid-19, stremati dall’isolamento della quarantena o dalla paura del Corona Virus.

L’ultima indagine sullo stress degli italiani e in pieno lockdown ha riportato che il 62,40% della popolazione abbia subito stress e pressione psicologica.”

Quali sono gli effetti della paura di positività o presunta da Covid-19?

dott.ssa Sara D’Ambrosio

La paura è un’emozione primaria ed è fondamentale per la nostra difesa e sopravvivenza.

Essa è una reazione del tutto normale che ci mette in guardia in caso di pericolo e risulta essere adattiva entro certi livelli.

Ci rende migliori, capaci e più reattivi ma, se supera la soglia manda l’organismo in totale stress psicofisico, che si traduce nell’incapacità di reagire in modo adeguato dinanzi agli eventi esterni.

La paura in questa situazione ci spinge a seguire le regole idonee di protezione come, uso della mascherina, lavarsi bene e spesso le mani, rispettare la distanza sociale. 

Una limitata dose di paura risulta quindi essere fondamentale ma, quando supera determinate soglie, ed è prolungata nel tempo, può produrre effetti catastrofici per il nostro benessere psicofisico, soprattutto quando il pericolo è grande e costante o ancora peggio è alimentato da questo virus.

Solitamente l’individuo posto di fronte ad un rischio tanto forte tende ad adottare due principali risposte di difesa, entrambe poco adattive e produttive. La prima di tali risposte consiste nella sottovalutazione del rischio che conduce a non percepire il rischio medesimo e di conseguenza a non mettere in atto comportamenti di autoprotezione e di protezione verso gli altri mentre la seconda consiste nel suscitare panico che conduce il soggetto a sentirsi costantemente sotto minaccia e in balia di un nemico invisibile.

Finché lo sgomento, il timore, è perseverante sarà, impossibile arrivare ad una conclusione della pandemia, così come ci sottolineano gli storici, i quali relativamente alla conclusione di epidemie,  distinguono due momenti: uno sanitario (crollo incidenza e mortalità) e una sociale (quando sparisce la paura legata alla malattia).

Inoltre spesso la disinformazione o la cattiva informazione giocano un ruolo cruciale nell’alimentare le nostre paure, aumentando la discriminazione tra le persone oltre che lo stress.”

Come vive il malato di Covid-19 l’isolamento?

“Dalla mia esperienza mi accorgo di quanto il fenomeno coinvolga gli individui affetti dal Covid-19 o i loro familiari e quindi tutte le persone che vivono o hanno vissuto in isolamento domiciliare, auto-isolamento o la quarantena che ha, recentemente coinvolto tutti.

L’isolamento è la separazione della persona malata dal resto della popolazione, azione messa in atto per evitare che quest’ultima venga a contatto con il virus.

Ma a volte parliamo anche di auto-isolamento, ossia la scelta volontaria di soggetti, che probabilmente hanno avuto contatti con la malattia, decidono di chiudersi nella propria residenza auto escludendosi dal mondo esterno.

E infine la quarantena, la limitazione delle uscite e degli spostamenti di persone, al fine di controllare il raggio d’azione ed evitare una maggiore diffusione delle infezioni.

Ho verificato che, i soggetti che subiscono più di dieci giorni di isolamento, possono provare maggiori sintomi di stress e più sono lunghi i periodi di segregazione sociale più, sono correlati a problemi di salute mentale incisivi.

Essi sono associati sia ai sentimenti di frustrazione, quali noia, rabbia, ansia, perdita della routine che, agli effetti della crisi socioeconomica oltre che, dallo stigma dalla discriminazione e dal rifiuto delle persone positive all’infezione, dei loro familiari o possibili contatti di positivi al Covid-19.

L’emergenza sanitaria in corso sta toccando numerosi aspetti della nostra quotidianità, la prima fra tutte la nostra socialità.

Non dimentichiamo che l’uomo è un animale sociale e la collettività, lo stare insieme, rappresenta quindi un elemento indispensabile per l’essere umano e la sua specie e, proprio quando siamo stressati tendiamo ad avvicinarci alle persone care per avere e ricevere calore umano.

Una situazione di stress intensa e prolungata nel tempo comporta un’attivazione fisiologica e psicologica eccessiva spingendo, l’organismo in uno stato di esaurimento fisico e psichico e quindi di vulnerabilità. 

A livello psico-fisico un evento stressante attiva la produzione di cortisolo, la molecola comunemente nota come “ormone dello Stress” che, agisce sull’aumento della glicemia e contribuisce all’inibizione dei sistemi digestivo, riproduttivo, immunitario causando, quindi disturbi a livello fisico quali ulcere, ipertensione, elevato rischio cardiovascolare, minor efficienza del sistema immunitario con conseguenze anche gravi sulla salute. A livello psicologico, lo stress cronico comporta ansia, depressione, disturbi del sonno, irritabilità.”

Come è possibile quindi gestire lo stress, soprattutto se si vivono periodi di isolamento? Quali sono i consigli dell’esperto?

“Da un punto di vista psicologico è fondamentale seguire alcuni suggerimenti, tra questi:

  • Scandisci una routine, suddividere la giornata con diverse attività per ridurre i sentimenti di inutilità e noia. È importante quindi darsi dei piccoli obiettivi quotidiani da raggiungere con un pensiero positivo, investire del tempo su nuovi progetti e attività o riprenderne vecchie e piacevoli. Trovare del tempo per sé e per le proprie passioni migliora lo stato di soddisfazione personale;
  • Evita di cercare continuamente informazioni sulla pandemia. È utile darsi un tempo e un orario prestabiliti per guardare le notizie, affidandosi solamente a fonti certe. Esporsi ad una continua informazione alimenta infatti lo stato di allerta;
  • Condividi le tue emozioni e preoccupazioni. In questo momento storico è normale provare paura o agitazione. Parlare con le persone che ti fanno stare bene ti aiuta a calmare il timore ed in questo la tecnologia ci offre un utile supporto, permettendoci di condividere il nostro tempo con le persone care seppure distanti fisicamente, annientando i vissuti di solitudine e isolamento;
  • Chiedi aiuto ad un professionista. Nei casi in cui l’ansia e la paura prendono il sopravvento creando una situazione di disagio cronico costante e persistente, contatta uno psicologo, conosce bene queste problematiche e può quindi aiutarti;
  • Prenditi cura di te. Rispetta il più possibile la regolarità del ciclo sonno-veglia, scegli un’alimentazione sana e dedica del tempo alla cura del tuo corpo, praticando attività fisica e esercizi di rilassamento;
  • Sentiti responsabile. Contribuisci attivamente al contenimento e alla risoluzione di questa emergenza seguendo scrupolosamente le direttive da parte degli organi competenti. L’ideale sarebbe coltivare la nostra resilienza ossia, la capacità degli individui di riuscire ad affrontare gli eventi stressanti e traumatici, riorganizzando al contempo in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà. Si tratta, quindi, della capacità individuale di adattamento alle avversità, che consente un miglior controllo dei propri impulsi, la regolazione delle emozioni e una migliore flessibilità cognitiva in relazione alla domanda contestuale.”

Quale messaggio utile è da trasmettere per la prevenzione del contagio e quindi prevenzione dall’isolamento?

“Tra le tante cose a cui si deve prestare attenzione ci sono il nostro modo di salutarsi, infatti bisogna evitare baci, abbracci e strette di mano. Inoltre, si richiede di evitare occasioni sociali contenenti un gran numero di persone, di stare meno in mezzo alla folla.

Ci stiamo accorgendo quindi, di quanto lo stare insieme agli altri sia un aspetto fondamentale della nostra vita.

Allo stesso tempo è necessario, però, attenersi alle norme anti-contagio predisposte dalle autorità competenti.

È opportuno coltivare la speranza, che al momento rappresenta l’unico elemento che ci consente di guardare al futuro. Senza speranza non saremmo neppure capaci di portare il peso delle nostre responsabilità dell’ironia e pensiero positivo.”

Nella speranza che questo prontuario, possa essere utile a chi è risultato positivo al Covid19 e, si trova ad affrontare per la seconda volta, la necessità di stare in casa e proteggere se stessi e chi vi è intorno.

Clara Gambino

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