E’ IL TEMPO DI FESTEGGIARE IL 25 APRILE IN MODO UNIFICANTE E CONDIVISO. L’ITALIA E’ ANTIFASCISTA, DA DESTRA A SINISTRA

Si è vero oggi, 25 aprile, si celebra in Italia l’anniversario della Liberazione per ricordare, la liberazione dell’Italia dal regime fascista mussoliniano e dall’occupazione nazista dell’Italia durante la seconda guerra mondiale.

Quanti lutti, stragi, vessazioni, torture ed ingiustizie hanno generato il regime in camicia nera e i nazisti che, sempre con la complicità fascista, occuparono il Paese.

Le truppe anglo americane dovettero risalre la dorsale italiana, al prezzo di centinaia di migliaia di morti, per liberare dal terrore nero una Italia che era stata privata di ogni libertà.

La Resistenza, anche con qualche ombra, aveva cercato di redimere il Paese agli occhi del mondo riuscendo a contrastare i conniventi eserciti della Repubblica di Salò e della Germania hitleriana.

Nel mentre gli Alleati risalivano, vittoriosi, lo Stivale le truppe repubblichine, per proteggere la ritirata dei tedeschi, si rendevano complici dei nazisti di immani stragi ai danni di cittadini inermi, di ogni età. L’ignomia, il disonore,la vergogna non saranno mai sufficienti per obliare quanto accaduto.

Il 25 aprile del 1945 l’Italia tornò finalmente a respirare, tornò al pensiero libero, tornò a guardare con fiducia al proprio futuro, tornò nel consesso dei paesi civili, tornò a vivere.

I successivi errori, sbagli, trame e insulti alla riconquistata civiltà non sono stati sufficienti a cancellare il moto di gratitudine che si deve alla generazione che ha combattuto sui monti, nelle strade, nelle città e nelle campagne, in divisa e senza.

E’ una gratitudine incancellabile per donne e uomini di ogni estrazione ideologica. religiosa ed etnica, Comunisti, socialisti, liberali, Ebrei, Cattolici tutti uniti nel combattere il mostro che nero della morte, fisica e culturale.

Oggi, in un tempo dove tutto sembra essere baumanamente liquido, la libertà, incardinata anche nella Costituzione che ogni tanto qualche buontempone cerca di aggredire e cancellare, sembra scontata ed, invece, non lo è.

La libertà va difesa e tutelata ad ogni costo.

L’Italia è la culla della civiltà mediterranea e cristiana, da sempre ponte con altri popoli e altre civiltà.

Snaturare questo ruolo significa cancellare la cultura di questa terra meravigliosa.

Dopo ottant’anni ci tocca ancora discutere sulla divisività di questa data. Questa è una data che divide solo la civiltà con l’inciviltà, in cui è relegato il fascismo.

Ma dire questo non significa che la destra italiana non possa e non debba riconoscersi in questa data. L’attuale destra, o almeno parte di essa, è al governo proprio grazie alle regole democratiche che l’Italia ha saputo darsi nel dopoguerra grazie a personaggi che, pur provenendo da ideologie diverse, avevano messo il bene del Paese al centro del loro operato, come De Gasperi, Togliatti, Nenni, Saragat e Pertini.

Ho ammirato tanti uomini di destra a cominciare da Giorgio Almirante, sebbene avesse comandato la prima linea fascista opposta a quella dei resistenti della Repubblica dell’Ossola. fino a pensatori raffinati come Marco Tarchi, Alain De Benoit per arrivare ad un politico intelligente e sfortunato come Gianfranco Fini che fece fare il transito, anche grazie al sostegno di un liberale come Silvio Berlusconi, alla destra nostalgica verso la democrazia di governo.

Ma ancora sussistono residuati che non accettano la democrazia, eppure l’Italia, come Stato, non ha mai ucciso un Matteotti o fucilato un Galeazzo Ciano.

Questa è la festa di tutti gli antifascisti, che non sono solo i comunisti, quasi del tutto spariti, o i cattolici, i laici ma lo sono anche coloro che appartengono alla destra anche se forse Luciano Canfora, a me non molto gradito per altri versi, tanti torti non li ha quando si lancia in analisi politiche e giudizi al confine con la psichiatria.

L’Italia ha il diritto e anche il dovere di celebrare questa festa nella scia di un grande presidente della Repubblica come Sergio Mattarella che, nel ricordare che “senza memoria non c’è futuro”, ha accomunato tutti gli italiani in un processo di condivisione che può prendere, aggiungo, l’ecumenismo cattolico come pietra angolare.

Gli italiani sono antifascisti ed è giusto gridarlo nelle piazze, nelle scuole, nelle università per ricordarlo soprattutto alle nuove generazioni in un tempo in cui i campioni dell’antidemocrazia si affacciano ogni giorno da Mosca e da Pechino a blandirle con promesse fatte di orizzonti artificiali.

W la Democrazia, W la Resistenza al nazifascismo, W la Repubblica, W l’Italia!