IL VIAGGIO

La felicità non è la meta, non è arrivare a destinazione ma vivere nell’incanto dell’arrivo.

Molto spesso pensiamo che la vera felicità sia raggiungere il traguardo, a volte inarrivabile che ci siamo prefissati, così con tutta la nostra superficialità oltrepassiamo il momento che ci porta ad esso.

Ci dimentichiamo degli sforzi sostenuti, delle difficoltà, delle paure e delle gioie che ci regala lo stesso cammino. Non è questa, forse, la vera felicità, preannunciata da tutte le sensazioni e le emozioni che si scatenano prima di arrivare?

Iris Belluoccio

Arrivare a destinazione, nella maggior parte dei casi, vuol dire solamente mettere la parola fine.

Qualcuno potrà obiettare dicendo che per ogni fine c’è un nuovo inizio e questo è pur vero, ma non è la stessa cosa, non ci porta le stesse emozioni, immancabilmente ne porterà di nuove e, a loro volta, irripetibili.

A voce di popolo, il “nuovo” spaventa più del “vecchio”. D’altronde non abbiamo paura del nostro passato, bello e brutto che sia, perché lo abbiamo già conosciuto e assaporato, oramai è passato e quindi non esiste più se non nel ricordo. Abbiamo paura, invece, del futuro perché è sconosciuto, quasi un mistero. Non essendo ancora accaduto è un appuntamento al buio a cui non possiamo sottrarci e se riuscissimo ad avere almeno una luce sarebbe diverso, meno ansiogeno.

L’unica fiammella è rappresentata proprio dal viaggio, dal percorso, che è anche luce, come la candela ardente e luminosa di cui abbiamo bisogno per affrontare l’oscurità che da sempre è nostra innocente nemica e solo perché, a volte, non riusciamo a capirla ne abbiamo paura. Ma è dai tempi dei tempi che accade ciò trasformando le paure in insormontabili limiti.

Dobbiamo, a questo punto, scegliere se abbattere i nostri limiti affrontando a pieno petto tutti i nostri timori o sopravvivere ad essi. Doniamo, si nel vero senso della parola, regaliamo questo potere a sentimenti che non dovrebbero assumere il controllo e manipolarci a loro piacimento.

È un circolo vizioso che prende il sopravvento, soccombe nelle nostre vite, sottovalutando quello che potrebbe tramutare dentro ognuno di noi come un pallone che rotola in salita, magico e suadente ma pecca d’illusione quando ci sforziamo di vederci arrivare a destinazione.

Le nostre aspettative sono così prepotenti da farci credere in qualcosa che non è ancora mentre fa perdere ciò che è, ovvero il percorso che abbiamo scelto perché la vera felicità è il viaggio, qualsiasi esso sia, mentale, fisico, spirituale.

Liberiamoci della meta, amiamo il viaggio.

“Un buon viaggiatore non ha piani precisi, il suo scopo non è arrivare.”