Villano, CEO OMI: “Siamo un’eccellenza dell’aerospaziale ma non abbiamo internet”


La OMI (l’acronimo sta per officine meccaniche irpine) vola nello spazio ma giù sulla terra non ha ancora internet. E a volte non ha neppure la luce.
Un paradosso per un’eccellenza dell’aerospaziale con sede nell’area industriale di Vallata. Uno smacco per un’azienda che fa dell’innovazione tecnologica il suo vessillo. Aquilino Carlo Villano, CEO della OMI, capitano d’industria di lungo corso, irpino purosangue, da tempo denuncia il disagio. E adesso pure le mancate promesse fatte mesi fa dal premier Giuseppe Conte in visita allo stabilimento irpino.
“Lavorare così è davvero un’impresa impossibile”. Ha esclamato Villano allargando le braccia e ricordando quell’incontro che avrebbe dovuto segnare la svolta, invece. “Invece non è successo nulla dopo quell’incontro celebrativo- rincara la dose Aquilino Villano, originario di Venticano-. La solita passerella, nient’altro”. Da un trentennio la OMI è leader nel settore aerospaziale: ha consolidato rapporti di fornitura e collaborazione con le principali aziende nazionali che operano in questo campo. Eppure, incredibile ma vero, l’opificio non è ancora stato raggiunto dalla fibra. Le autostrade telematiche sono un miraggio per l’azienda nata e cresciuta nell’area industriale di Calaggio, a Lacedonia, a ridosso della Napoli-Bari. La scelta strategica fatta a suo tempo da Aquilino Villano stride oggi col gap di non avere una connessione agile. “Di questi tempi è una grossa deficienza- ha ammesso il patron Villano-. Sono scoraggiato, ma nonostante tutto non mi arrendo e vado avanti. Potrei dare lavoro a mezza Irpinia, ma non a queste condizioni, purtroppo”.
D’altronde se non avesse creduto in questa avventura, e nel territorio, non sarebbe rimasto qui a dare soprattutto lavoro a tanti giovani. E tra questi ci sono i due figli, Maria Grazia, presidente dei Giovani Industriali ad Avellino, e Andrea. La OMI è una garanzia di qualità, e partner affidabile nei progetti e programmi volistici di Airbus, Boeing, Lockheed Martin. Vanta un reparto sperimentale per componenti e processi innovativi basati su materiali compositi anche a supporto dell’aviazione generale e commesse fino al 2030 ma poi non ha la rete telematica sufficiente a inviare una mail. Villano non demorde, d’altronde conosce assai bene il territorio e le sue annose criticità, tra tutte la mancanza di infrastrutture adeguate. L’emozione di quella giornata di inizio autunno dello scorso anno, quando il premier Conte ha scelto la sua azienda perché simbolo del riscatto del Sud, è solo un ricordo. La realtà, quella con cui Villano si confronta da trent’anni, è un’altra. “Le promesse come i politici passano- conclude Villano-. Resta invece il nostro impegno in favore del territorio, nonostante tutto”

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