LO SCENARIO DI PROSPETTIVA PER L’ECONOMIA ITALIANA NEL PERIODO 2021-2022

Nei primi mesi dell’anno lo scenario internazionale è stato caratterizzato da una decisa ripresa del commercio mondiale e da un progressivo miglioramento della produzione, seppure con tempistica e ritmi eterogenei tra i paesi.

Per l’Italia si prevede una sostenuta crescita del Pil sia nel 2021 (+4,7%) sia nel 2022 (+4,4%).

Stando a recentissime dichiarazioni del ministro dell’Economia, Daniele Franco, intervenuto all’assemblea dell’Associazione Bancaria Italiana, l’Italia potrebbe essere addirittura interessata un recupero del Pil pari o superiore al 5%, così come apparirebbe probabile il ritorno al livello del Pil trimestrale pre-crisi entro il terzo trimestre del 2022.

Comunque, ritornando alle previsione e alle stime dell’Istat, nel biennio di previsione, l’aumento del Pil sarà determinato soprattutto dalla domanda interna (+4,6%) trainata dagli investimenti (+10,9%) e, con un’intensità minore ma significativa, dalla spesa delle famiglie (+3,6%).

La domanda estera netta è attesa ma si prevede che possa contribuire marginalmente al processo di recupero, con un apporto positivo nell’anno corrente (+0,1 p.p.) e negativo nel 2022 (-0,1 p.p.).

L’evoluzione dell’occupazione si stima possa essere in linea con quella del Pil, con una accelerazione nel 2021 (+4,5%) e un aumento nel 2021 (+4,1%). L’andamento del tasso di disoccupazione rifletterà invece la progressiva normalizzazione del mercato del lavoro con un aumento nell’anno corrente (9,8%) e un lieve calo nel 2022 (9,6%).

La spesa delle famiglie residenti aumenterà dell’1,3% nell’anno corrente, spinta dalla risalita dei prezzi dei beni energetici, per poi registrare una decelerazione nel 2022 (+1,1%).

Lo scenario oggetto della previsione ovviamente incorpora anche gli effetti positivi della progressiva introduzione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Naturalmente, i rischi associati allo scenario sono legati alla stabilità del quadro di governo, all’effettiva capacità di realizzazione delle misure programmate e all’evoluzione dell’emergenza sanitaria.

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