Superbonus – superbeffa: è ora di chiedere un impegno reale

A distanza di due anni, professionisti e imprese sono ancora con il fiato sospeso in attesa di ulteriori cambi di scena normativi.

Due anni, in cui l’intero comparto edilizio si è riorganizzato rispondendo tempestivamente e con convinzione all’importante invito del Governo a contrastare le non più accettabili condizioni climatiche; invito determinato anche da una crisi energetica globale e prevedibile.

In due anni, abbiamo prodotto innovazione e sviluppo; noi tecnici, poi, siamo stati i primi della filiera edilizia ed abbiamo, per primi, investito in rinnovamento.

ing.Michaela Suppa

Nel frattempo, però, pare che chi non ci ha creduto sia stato proprio lo Stato, che ha lasciato alla mercè di tutti, anche degli avventurieri, l’importante svolta culturale, senza controlli, senza reale programmazione… forse non si aspettava che il sistema si organizzasse davvero?

In due anni, abbiamo dovuto interpretare 14 decreti, centinaia di chiarimenti ENEA, AdE, emendamenti, faq e circolari, in quanto il Governo ha cercato di tamponare con una soft law le distorsioni nate da una mancata gestione del processo; così le “interpretazioni” scritte da enti non competenti in materia, sono divenute “norme non codificate” che ci hanno costretti a rielaborare continuamente le progettazioni, non da un punto di vista prestazionale ma da un punto di vista amministrativo: questo si può fare – questo non si può fare.

Due anni passati a rincorrere una norma schizofrenica sintomo di uno Stato che cerca di riparare la mancanza di controllo, a cui è deputato, con la mortificazione e il freno burocratico allo sviluppo economico che non riesce a governare.

E alla fine a cosa siamo arrivati?

Grazie alle affermazioni dei nostri “governanti”, colpevolizzando chi, nel comparto, colpe non ne ha, il sistema delle cessioni del credito si è inceppato e il comparto assicurativo e bancario ha perso fiducia nella misura, così, nonostante si continuino ad emanare norme e proroghe, migliaia di imprese e professionisti sono a rischio default, perché non riescono a cedere i crediti maturati.

Il Paese ha bisogno di tornare a crescere e a credere che sia possibile quel “miracolo” economico che si era innescato, rimettendo in corsa il mercato delle costruzioni.

Ora, però, la situazione economica sta rischiando di implodere su stessa, colpendo il mondo dei professionisti e delle imprese in maniera devastante.

Il governo faccia un mea culpa e attivi solo controlli “rapidi”, “efficaci” e “preventivi” invece di riparare alla inevitabile distorsione del mercato attraverso la burocrazia!

Ciò che ci aspettiamo non è l’ennesimo “decreto proroga” ma la liberazione dall’inutile burocrazia con cui ha ingessato il meccanismo; abbiamo solo bisogno di liberare il settore dagli ospiti dell’ultimo momento e puntare sulla qualifica degli attori del sistema, sullo sviluppo di manovre tecniche che diano certezza che le prestazioni previste saranno raggiunte, mantenute nel tempo e che siano compatibili con gli altri elementi.

… il mondo delle professioni è pronto ad essere al fianco dello SVILUPPO CULTURALE, ma in questo processo vogliamo che il Governo attui “controlli” e non faccia “minacce” né che elargisca ulteriori tempi dilazionatori del nulla, perché noi non vogliamo fare i burocrati ma i tecnici, ed è su quello che sentiamo di poterci assumere ogni responsabilità…..ma innanzitutto raddrizzi il sistema delle cessioni.