POLITICA, MORALITA’, VERITÀ SONO IN CRISI, MA IL DUBBIO NO

Il 25 settembre i cittadini italiani sono chiamati alle urne per rinnovare il Parlamento italiano, mutilato di 230 deputati e 115 senatori. E’ facilmente prevedibile come i vari partiti e movimenti, al fine di costruire il proprio consenso, si scateneranno, cosa che per la verità sta già avvenendo, nel promettere agli italiani di tutto, dagli imponenti tagli fiscali agli aumenti dei trattamenti previdenziali, alla eliminazione della famigerata “legge Fornero”, alla eliminzaione delle tasse di successioni, alla flat tax, ad uno stipendio in più ogni anno. Insomma di tutto e di più senza minimamente preoccuparsi che ogni alleggerimento fiscale va controbilanciato da una riduzione delle spese da parte dello Stato che saà costretto a ridurre i propri servizi, come è il caso della Sanità rischiando, a fronte di un arretramento della Sanità pubblica, di far aumentare l’impegno della Sanità privata con costi da scaricare sui pazienti.

Tutte queste promesse saranno invetabilmente sostenute da una campagna pubblicitaria martellante ed insistente al fine di convincere i cittadini che in Italia è realizzabile il paese di Bengodi, come se negli anni precedenti questi stessi partiti e movimenti non avessero mai governato.

Verrà utilizzato l’intero arsenale che la moderna tecnologia mette a disposizione a differenza di quanto succedeva nella cosiddetta “Prima Repubblica” quando a farla da padrona erano i manifesti, i comizi e le riunioni di partito.

Oggi si rischia di assistere ad un’evoluzione, pericolosa, spaesante e disumanizzante, della informazione politica, sempre più legata al mondo dell’informatica spinta che è ormai capace di abbattere tutte le distanze fisiche e amplificare in tempo reale la voce di ogni singolo individuo, all’interno di una comunità ormai sempre più globalizzata.

Ma, c’è da chiedersi, la comunità globalizzata ha i giusti anticorpi, si è organizzata per immunizzare se stessa dal pericolo della coartazione subdola e dell’inganno di massa, in stile Goebbels?

La pandemia e l’invasione militare dei russi in Ucraina, come è noto, hanno aperto definitivamente il vaso di pandora delle cosiddette fake news che consistono in informazioni, diffuse al pubblico, in parte o del tutto non corrispondenti al vero, divulgate attraverso il Web, i media o le tecnologie digitali di comunicazioni e caratterizzate da un’apparente loro plausibilità.

Nicola Di Iorio

Insomma il confine tra il vero, sempre meno vero, ed il falso, sempre più falso, rischia di diventato molto labile e, senza conoscenze, informazioni e saperi, non sempre il cittadino è in grado di evitare l’inganno e formare un pensiero e una coscienza corretta.

Viene, di fatto, commessa una truffa coartando e inducendo in errore la volontà dei cittadini. Insomma la politica, nel suo significato più classico, viene degradata a mercato e. qualche volta, a mercimonio. Cerchiamo di chiarire il perchè e chi è l’autore dello scempio.

A ben pensarci la politica, nella sua essenza reale, quella che costruisce il consenso intorno ad un pensiero, ad un programma, ad un dibattito, non conosce la morale come bussola di orientamento e, in fondo, anche la verità non rappresenta un suo elemento fondante. Infatti la politica, come è noto, si occupa del bene comune, come sosteneva l’ateniese Pericle, ma non è, e non può essere, oggettiva essendo, per sua stessa natura, partigiana e non si caratterizza nemmeno per essere fondata sulla verità, se non su una verità di parte.

Ma allora è giusto porsi la domanda se una scienza umana, come appunto si è sempre pensato che fosse la politica, che non ha come fondamento la morale o la verità, può ancora dirsi utile per il raggiungimento del bene comune.

Probabilmente, come sostiene un accorsato pensiero filosofico moderno, la politica non può essere annoverata tra le scienze umane ma andrebbe più correttamente collocata tra gli strumenti con cui si manifesta il pensiero umano, potente e meraviglioso motore della storia della civiltà umana.

Come conseguenza logica quindi è il pensiero umano e non la politica a non conoscere morale e verità.

Per molti rischia di essere una verità sconvolgente, ma il pensiero umano, per il quale si è disposti anche a morire pur di difenderlo o di dimostrarne la potenza e la verità, è di per sé incapace, in quanto singolo ed individuo, di creare le condizioni per raggiungere il bene comune, se non venisse utilizzato il braccio armato ed operativo che è proprio la politica, quella che, a sua volta, è capace di creare ponti, comporre conflitti, avvicinare posizioni contrapposte, creare relazioni, edificare rapporti, fondare nuove società.

In sostanza, si assisterebbe al paradosso che lo strumento della politica sarebbe capace di prevalere su chi lo ha generato, l’Uomo.
In fondo, per questa via, si potrebbe giungere ad affermare che l’Uomo, in quanto strumento e braccio operativo del piano salvifico scritto dal Creatore, sia più incline a dotarsi di un apparato di moralità, di giustizia e di verità.
Ma l’Uomo, in quanto tale, è probabilmente purtroppo anche l’unico strumento che non mostra di avere le caratteristiche della oggettività e della verità.
Sarà un bene o sarà un male?

La filosofia ha insegnato all’umanità di dotarsi non di certezze culturali ma di rifornirsi della potente arma del dubbio.
È con il dubbio, coniugato con la necessità e la curiosità, che si sono aperti confini e barriere.
La scienza, anch’essa, vive sul pilastro del dubbio che non è incertezza sul cosa fare, ma è ricerca, è metodo.
E ogni cosa ricercata e trovata diventa una tappa per una ulteriore e successiva ricerca. Il dubbio, quindi, non altro, è il grande motore dell’umanità.

E allora sia il dubbio la bussola di orientamento anche oggi in un mondo pseudo politico infestato ovunque da piccoli Goebbels in quanto, come sosteneva Hannah Arendt “…nessuno ha mai dubitato del fatto che verità e politica siano in rapporti piuttosto cattivi l’una con l’altra e nessuno, che io sappia, ha mai annoverato la sincerità tra le virtù politiche. Le menzogne sono sempre state considerate dei necessari e legittimi strumenti non solo del mestiere del politico o del demagogo, ma anche di quello dello statista.”