Finalissima di Sanremo: Zitti e buoni, vincono i Maneskin

Con questo pregevole pezzo, Clara Gambino ha concluso una fatica di cinque giorni a seguire le vicende della canzone italiana a San Remo. L’edizione che si è appena conclusa, con la vittoria di un gruppo musicale giovanissimo, ben diretta da Amadeus coadiuvato da un autentico mattatore come Fiorello, resterà nella storia festivaliera. Per la prima volta il mitico teatro Ariston non era stracolmo di spettatori ma unicamente da una fantastica orchestra. Il Covid-19 ha tentato di mietere un’altra vittima ma questa volta non ci è riuscito. Ha vinto la tenacia e la caparbietà di far sopravvivere anche in condizioni speciali il mondo della musica anche in rappresentanza dell’intero mondo culturale italiano. A questo mondo fatto di teatri, di cinema, di arene, di sale da concerto, di balere, di discoteche, di musei, di accademie va l’omaggio anche di ImpresInforma. Questo mondo ha bisogno di aiuto e di tutela. l’italia è una superpotenza culturale anche grazie a questo mondo. ImpresInforma ringrazia la fantastica Clara Gambino per aver fatto vivere in modo avvincente e completo un Festival che grazie alla vittoria dei Maneskin segna unmomento di apertura alla speranza. Insomma, i Maneskin stanno al Festival come i vaccini stanno alla salute futura (NDI).

Questo è il titolo della canzone vincitrice del 71° Festival di Sanremo, Zitti e buoni, di cui gli artefici sono il gruppo emergente di questi anni, i Maneskin tradotto in italiano con il significato di chiaro di luna dalla lingua danese, la sola donna del gruppo lo è per metà di origine.

Un gruppo giovanissimo e poco più che ventenne, formatosi quando ancora facevano parte di un liceo scientifico di Roma e quindi ancora intenti a studiare.

L’esordio è avvenuto, però, nel 2017 classificandosi al secondo posto del talent show di X Factor 11’ e sotto la guida del musicista, cantautore e compositore del gruppo rock nato a fine anni ’80 e inizi degli anni ‘90, gli Afterhours, di Manuel Agnelli.

E seppur in contrasto con la tradizione del festival sanremese, i Maneskin, ad oggi rappresentano il panorama della musica italiana e in concomitanza sono il ritratto di coloro che non si sono mai sentiti i preferiti di nessuno, arrivando sempre secondi.

“Dedichiamo la nostra vittoria a quel prof che ci diceva sempre di stare zitti e buoni”.

E loro lo sono stati fino ad essere eletti i rivoluzionari musicali della kermesse sanremese.

E allo stesso tempo hanno rappresentato lo stato d’animo di molti noi che, dopo un anno così complesso, siamo un po’ fuori di testa, come le note della canzone.

Questa può essere considerata anche la vittoria dei molti big che non hanno mai avuto la possibilità di vincere al festival di Sanremo perché non appropriati e fuori luogo ma che, al di fuori dello scenario dell’Ariston hanno sempre avuto l’appoggio di fans, e di quei pezzi esibiti proprio lì, ne hanno fatto un successo come Mia Martini, Rino Gaetano, Lucio Dalla, Loredana Bertè, Zucchero, Piero Pelù, Vasco Rossi, e tanti altri che ad oggi si complimentano sia per il gruppo, e sia per aver dato una svecchiata alla musica cosi associata del festival di Sanremo.

Proprio con il genere rock.

Magari a votarli sono stati proprio tutti quei giovani che da un anno trascorrono la loro vita a casa, compreso il sabato sera, a causa della pandemia e che hanno messo in stand-by il loro futuro, i loro progetti.

Questa vittoria di questi quattro ragazzi può allo stesso tempo essere un buon auspicio per tutti i giovani che al momento si sentono senza un avvenire.

Le sorprese anche in questa ultima serata non sono mancate.

Abbiamo seguito da casa le performance dei cantanti in gara ma, anche delle ospitate ancora prettamente italiane e volti amati sia della televisione, come l’attrice partenopea Serena Rossi ma, anche della musica italiana di sempre, Ornella Vanoni accompagnata dal cantautore Francesco Gabbani, di  Umberto Tozzi, Michele Zarrillo, Riccardo Fogli, Paolo Vallesi ed infine del pianista e produttore discografico, Dardust.

Mentre lo sport è stato rappresentato  in questa ultima puntata di Sanremo 2021 dall’ex sciatore Alberto Tomba e dalla nuotatrice Federica Pellegrini.

Abbiamo assistito anche a importanti monologhi come quello della giornalista Giovanna Botteri che raramente vediamo in Italia e di cui abbiamo apprezzato la sua presenza sabato sera, incentivando sia il conduttore e sia noi da casa ad essere forti seppur distanti dagli affetti, come lei stessa è abituata a causa del suo lavoro in cui è costretta a viaggiare spesso “Amadeus, la sala è vuota ma se chiudi gli occhi vedi la gente, i tuoi amici li vedi tutti che ti guardano. Questo è essere lontano ma senti il cuore della gente che batte. Chi ti vuole bene, anche se imperfetti, ti dà la forza di andare avanti, di non sentirti solo. Puoi e devi farcela. Dobbiamo farcela”.

Questo è stato un Sanremo delicato, impetuoso ed il più discusso ma, soprattutto il più difficile di tutte le precedenti edizioni.

Per la condizione che stiamo attraversando, per l’assenza di pubblico, per il protocollo anti-covid seguito.

Ma allo stesso tempo ci ha dato la possibilità di conoscere ed apprezzare e ribaltare completamente la visione e la storia che troviamo dietro ai personaggi che si sono rivelate persone comuni come noi.

Con un passato, una vita, una sofferenza, dei fallimenti che, non sempre vediamo nella ribalta ma sembra che facciano parte di quella privata.

Che possono piacere o no ma, loro non cambieranno per compiacere noi.

Uno Zlatan Ibrahimovic simpatico che seppur sicuro di sé ha anch’esso delle paure e delle sconfitte ma “Se non fai delle sfide, non puoi crescere e che fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare”.

Un monologo che ha emozionato perché lui per primo lo era.

Uno spettacolo che in questa 71° edizione ha messo a nudo tanti.

Che ha fatto ragionare come i 5 quadri rappresentati e messi in scena, ogni sera, da Achille Lauro in cui ha legittimato la ribellione, la libertà.

Un Lauro De Marinis (questo il suo vero nome) che seppur disinibito, ha elaborato delle rappresentazioni che hanno fatto discutere e lo hanno criticato. Ma che come tutto quello che fa, ha un senso ed una spiegazione.

“Le parole fanno male ma dobbiamo imparare a farcele scivolare di dosso. Io ho imparato ma molti ancora no” e in questa edizione ha voluto dare la forza a chi ancora non riesce ad essere libero sentendosi prigioniero per compiacere gli altri e vivendo una vita non sua.

Ed infine i due protagonisti dello show che ancora una volta si sono dimostrati competenti del loro mestiere.

Perché di questo si tratta, Amadeus e Rosario Fiorello hanno svolto come sempre il loro lavoro.

Insieme hanno inscenato lo spettacolo di cui avevamo bisogno. Mai come in questo periodo.

Intrattenendo e per una volta ci siamo messi comodi su di una poltrona, nel vero senso della parola, accantonando le responsabilità e i mille pensieri della vita quotidiana seppur per poche ore.

Intravedendo sempre lo stesso Fiorello che con gli anni si rivela essere come il vino, più invecchia e più migliora.

Ed infine un Amadeus bravo attento ma soprattutto coraggioso perché al suo posto in pochi se non pochissimi, avrebbero incassato polemiche ed il pensiero discordante di milioni di italiani “questo festival non s’ha da fare”.

Ma anche lo spettacolo è un mestiere e come tale va rispettato sia per l’artista sia per tutte quelle persone che non vediamo e non conosciamo ma che lavorano sodo dietro le quinte, che fanno parte dell’orchestra, il pubblico vero di quest’anno del festival di Sanremo, cosi li ha voluti ringraziare prima di chiudere il sipario, Amadeus.

Di coloro che hanno delle vite, una famiglia e dei figli da mantenere e che per più di un anno a causa della pandemia, non hanno potuto lavorare, dai tecnici, ai costumisti, truccatori, parrucchieri, cooperative di pulizie, albergatori, camerieri, ristoratori e tanti altri che seppur non citati, fanno parte del successo e del lavoro dello spettacolo e degli artisti.

Chi ne ha fatto parte in questa edizione, si è sentito grato e privilegiato.

Perché la musica è sempre un punto di partenza.

Acta est fabula, plaudite!

Lo spettacolo è finito, applaudite!

Ermal Meta, Fedez e Michielin, Maneskin

La finale di Sanremo 2021 ha registrato la visione di 13 milioni di spettatori ed il 53,3% di share.

Dopo i Maneskin, al secondo posto si è classificato il duo Fedez- Francesca Michielin mentre al terzo posto si è piazzato Ermal Meta

Il premio della Critica Mia Martini è stato assegnato al rapper e cantautore italiano Willie Peyote

Il premio della Stampa Lucio Dalla è stato assegnato al duo Colapesce-Dimartino

Il premio come Miglior testo alla giovanissima Madame per il testo della canzone “Voce”

Il premio Bigazzi- per la migliore composizione musicale (il premio è assegnato dall’orchestra) al compositore e terzo posto del podio Sanremo 2021, Ermal Meta

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