Elettricità mentale femminile
Il richiamo all’affermazione di André Breton è d’obbligo per introdurre il racconto fantastico scritto dalla Leonora Carrington, pubblicato per la prima volta nel 1974.
“Il cornetto acustico” è un libro magico, rappresentativo dell’inconfondibile immaginario visionario della scrittrice-pittrice.
Un’opera narrativa vivace, uno stile arguto e raffinato, che delinea un susseguirsi di teatralizzazioni oniriche caratterizzate da un humor inaspettato e coinvolgente.
La ultranovantenne Marion Leatherby, amante dei gatti e delle buone maniere, riceve in regalo dalla sua amica Carmella un cornetto acustico, grazie al quale scopre che i suoi parenti vogliono mandarla in un istituto per signore anziane.
Inizia così l’avventura dell’arzilla vecchina in questa nuova dimensione, dove le ospiti della struttura sorseggiano infiniti tè (come Alice nel Paese delle Meraviglie), dormono in strani bungalow a forma di fungo, stivale, orologi a cucù, torte di compleanno, tende da circo, si scambiano le impressioni sulle rispettive personalità presso lo stagno delle Api, l’unico punto del parco dove assaporare un po’ di pace in piena libertà.
Il ritratto di una monaca che strizza l’occhio con fare insolente, il cui nome si scopre poi corrispondere alla Badessa Rosalinda Alvarez Cruz de la Cueva, domina la scena.
Tra conversazioni e battute strampalate, personaggi inquietanti e bislacchi, simboli arcani e un delitto compiuto con fondants ripieni di veleno per topi, vien fuori che l’ospizio è, in realtà, la Confraternita del Pozzo di Luce, che, attraverso riti esoterici, incantesimi e culti dedicati alla Dea Ecate, recupererà il Sacro Graal determinando una nuova era glaciale e una palingenesi innescata dalla nascita di una cucciolata di licantropi.
Questo divertente romanzo non è solo un omaggio alla più pura e sfrenata immaginazione, ma rappresenta una forte e decisiva “condanna a tutto ciò che soffoca la vita, è un’indagine su ciò che, oscuro e indecifrabile, minaccia il flusso della Natura talvolta sotto forma di istituzione, talvolta come ideologia, stereotipo, pregiudizio, malevolenza, oppressione culturale.”
Una meravigliosa chicca letteraria, un monito inequivocabile di rimando: “Nessuno risponde mai. La gente non ha mai tempo per le cose interessanti. […] È assolutamente straordinario e incomprensibile che milioni e milioni di persone obbediscano ad un’accolita malaticcia di signori che chiama se stessa Governo! Suppongo che la gente sia spaventata dalla parola, è una forma di ipnosi planetaria molto insana”.