IL PARADOSSO DELLA BELLEZZA E DELLA RICCHEZZA DELLE NOSTRE CITTA’

Carrara

Il mese scorso, dal 17 al 25 luglio 2021 si è svolta la quinta edizione del White Carrara Downtown, l’evento in cui si esaltano le bellezze storiche e artistiche che uno dei borghi più rinomati al livello internazionale, per via del suo marmo pregiato, ha da offrire. Inoltre, gli organizzatori di questa edizione del festival si sono posti l’obiettivo di dare una spinta per la ripartenza dell’economia e di far assaporare nuovamente alla gente una boccata di libertà e di vita normale.

Tutto molto bello, tutto molto affascinante, tutto molto falso.

Federico Malcotti

Dalla fine degli anni ottanta in poi, Carrara ha subito una trasformazione semi-irreversibile: da patria di uno dei prodotti più rinomati del Made in Italy, il marmo, con cui sono state costruite opere come il David di Michelangelo, il Duomo di Firenze, la cattedrale di Siena e tante altre, a gigantesca cava da sfruttare per gli interessi di un pugno di industriali italiani e sauditi.

L’oro bianco, che prima veniva estratto per essere impiegato nell’artigianato delle piccole botteghe e delle medie imprese, da sempre colonna portante dell’economia italiana, adesso viene per metà sgretolato e trasformato in carbonato di calcio, materia prima per svariati prodotti che poco hanno a che fare con l’artigianato tradizionale nostrano, mentre l’altra metà viene diviso in blocchi che vengono esportati e lavorati in Arabia Saudita, dove la mano d’opera costa meno.

La conseguenza di tutto questo è una vera e propria batosta al mercato dell’artigianato, uno sfruttamento intensivo dei lavoratori che operano nel settore dell’estrazione, un enorme danno ambientale e ultimo ma non meno importante, il buco di bilancio per il comune di Carrara, che si vede privato della sua risorsa più preziosa da parte di enti privati in cambio di una quantità esigua o addirittura nulla di imposte, aggrappandosi ad un cavillo legale che porta il nome di “editto dei beni estimati”. Quattro misere pagine stampate prima dell’unità d’Italia per gli oligarchi del marmo ha ancora valore giuridico e concedono loro la totale libertà dalla pressione fiscale.

Carrara e la vicina Massa, la cui situazione è molto simile, sono due città piene di contraddizioni: seppur abbiano tutte le risorse per avere uno dei mercati più fiorenti del mondo dell’artigianato, la classe media sta sparendo, aumentando il divario tra ricchi e poveri e facendo schizzare alle stelle la disoccupazione giovanile, che a Carrara e a Massa è tra le più alte di tutto il nord Italia, poiché sempre più botteghe a gestione familiare hanno dovuto, dai primi del 2000 in poi, chiudere i battenti, incapaci di reggere il confronto con la produzione massiccia di aziende che alla mano d’opera preferiscono la mano meccanica, quella stessa mano che sta rendendo “obsoleti” i lavoratori agli occhi dei datori di lavoro, che tra dare uno stipendio ad un giovane senza esperienza e assemblare un macchinario di ultima generazione che può lavorare ininterrottamente, preferiscono la seconda.

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